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Jane Austen - L'incantatrice di bambini

  • Andato in onda:14/12/2017
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      Florinda Fiamma racconta la vita di Jane Austen

      "Quando ero molto piccola, stavo sempre attaccata a zia Jane, e la seguivo ovunque fosse possibile, in casa e fuori. Il suo fascino principale nei confronti dei bambini era dovuto alla grande dolcezza dei modi. Si vedeva che ti amava, e tu naturalmente in cambio la amavi. E presto giunse la gioia della sua voce giocosa. Faceva di tutto per divertire un bambino. A quei tempi, mentre mi facevo più grande, ci raccontava le storie più deliziose, principalmente del regno delle fate, e le sue fate avevano tutte le caratteristiche che le contraddistinguono. Le storie erano, ne sono certa, inventate al momento, e andavano avanti per due o tre giorni, se l'occasione lo permetteva". Questa è Jane Austen, come la ricorda una delle sue nipoti. Un’altra racconta che Jane apriva il suo guardaroba alle nipoti che potevano prendere quello che volevano, e recitava la parte di una divertente ospite di una casa immaginaria. Era la prediletta di tutti i bambini. Sulla natura giocosa e divertente di Jane Austen Nabòkov ha scritto: “Un suo romanzo è il lavoro di una donna matura e, insieme, il gioco di una bimba”. Lo dice di Mansfield Park che la Austen ha iniziato nel 1811 e che viene pubblicato nel 1814, quando sta già scrivendo Emma, il suo quarto romanzo, in cui segue il consiglio che lei stessa ha suggerito a sua nipote, che ha anche lei ambizioni letterarie: “Tre o quattro famiglie in un paesino di campagna sono il materiale giusto su cui lavorare”. Guarda con ironia e distacco la provincia inglese che diventa un palcoscenico all’interno del quale far muovere i suoi personaggi, descrivendo in una frase il micromondo che anima i romanzi di Jane Austen. In Emma la protagonista non vorrebbe sposarsi e preferirebbe combinare le nozze altrui (anche se poi cambierà opinione) e spiega: “È soltanto la miseria a rendere il celibato spregevole. Una donna sola, con una rendita limitatissima, dev’essere una vecchia zitella ridicola, mentre una signora facoltosa è sempre rispettabile. La mia è una mente attiva, affaccendata, con molte risorse indipendenti. E non vedo perché dovrei trovarmi con le mani in mano a quaranta o cinquant’anni più che a venti”. Con Emma cambia editore e passa al prestigioso John Murray, che peraltro le paga un cachet migliore.

      Il frontespizio sempre anonimo di Emma reca una dedica altisonante: a sua altezza reale il principe reggente. Un onore che le viene suggerito dal bibliotecario del futuro re Giorgio IV – che è un suo ammiratore. Dopo l’uscita del libro la scrittrice riceve i ringraziamenti in cui riceve un’esortazione quasi comica: si dedichi o a raccontare la storia di un curato di campagna o al romanzo storico, forse ritenuto più serio delle storie sentimentali. Jane, garbata e divertita, rifiuterà fermamente. ma le viene in mente di scrivere un parodico e ironico testo: “Progetto per un romanzo secondo i consigli ricevuti a destra e manca”. 

       

      Da leggere, per approfondire

      Niente donne perfette, per favore di Jane Austen, (L’Orma Editore)

      Jane Austen di Virginia Woolf (Elliott)

      Ricordo di Jane Austen di James Edward Austen-Leigh, a cura di  Giuseppe Ierolli (Elliot)

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      Riduci
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